Come valorizzare il contributo delle giovani generazioni nella cooperazione sociale? Quali sfide attendono le imprese cooperative nel comunicare il proprio impatto e nel costruire un dialogo tra passato e futuro? Ne parliamo con giovani cooperatori e cooperatrici del territorio, per comprendere e valorizzare il loro punto di vista.
Iniziamo il percorso intervistando Barbara Ferrua, coordinatrice dei servizi educativi 0-3 anni dell’impresa sociale Proteo e consigliere regionale di Federsolidarietà. Inoltre, è membro del coordinamento della Commissione Giovani Imprenditori di Confcooperative Piemonte.
Qual è il tuo percorso professionale e come sei entrata nel mondo della cooperazione?
Il mio percorso formativo e professionale si è sviluppato seguendo un obiettivo chiaro e profondamente sentito: lavorare nel settore dell’educazione, con una particolare attenzione alla fascia d'età 0-3 anni. Dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore, ho deciso di sospendere temporaneamente gli studi universitari per dedicarmi alla maternità, un'esperienza che ha profondamente arricchito la mia prospettiva educativa. Successivamente ho ripreso il mio percorso accademico iscrivendomi a Scienze dell’Educazione, ambito che rispecchia pienamente la mia vocazione.
Sono entrata nel mondo della cooperazione sociale in un modo naturale, dato che i servizi educativi per l'infanzia sono per lo più gestiti da cooperative. Questo mi ha permesso di familiarizzare con una realtà che è diventata rapidamente molto più di un semplice luogo di lavoro. Oggi posso affermare con convinzione che mi riconosco pienamente nei valori della cooperazione sociale e che questo è l'ambiente in cui sento di poter crescere e partecipare attivamente alla creazione di una società più equa e attenta ai bisogni reali delle persone.
Come si dovrebbe valorizzare il contributo delle giovani generazioni all’interno del mondo cooperativo e come andrebbe integrato con quello delle generazioni passate?
Ritengo fondamentale promuovere un ricambio generazionale consapevole e strutturato all’interno del mondo cooperativo. Le nuove generazioni, che oggi possiedono un'alta formazione e una forte motivazione, devono avere l'opportunità di assumere gradualmente posizioni di responsabilità. Questo processo, tuttavia, dovrebbe sempre avvenire tramite un percorso di affiancamento e trasferimento delle conoscenze.
Le cooperative sociali sono oggi realtà solide, credibili e radicate nel territorio, grazie al prezioso lavoro delle generazioni che ci hanno preceduto. È proprio a partire da questa eredità che noi giovani possiamo costruire il futuro: con umiltà, ma anche con determinazione, vogliamo raccogliere quel testimone, portando innovazione e nuove visioni, senza mai dimenticare il valore dell’esperienza.
Credo che la cooperazione dia il meglio di sé proprio quando sa essere luogo di dialogo tra competenze diverse, tra passato e futuro, tra chi ha costruito e chi è pronto a continuare a farlo.
Un aspetto su cui la cooperazione può migliorare in futuro?
La cooperazione sociale dovrebbe investire maggiormente nella valorizzazione e nella comunicazione del proprio impatto, specialmente verso l'esterno e le nuove generazioni. I risultati ottenuti dalle cooperative sui territori sono spesso straordinari, eppure raramente vengono comunicati con la forza e la chiarezza che meriterebbero.
Credo fermamente che la cooperazione sociale rappresenti, oggi più che mai, il modello d'impresa più efficace nel coniugare professionalità, attenzione al benessere individuale e capacità di rispondere concretamente alle esigenze del territorio. Per questo motivo, ritengo fondamentale rafforzare la narrazione della cooperazione quale scelta di valore, capace di attrarre nuove energie, competenze e progettualità.