L’estate per i viticoltori è il tempo delle attese e dell’osservazione. In Piemonte, la vendemmia 2025 si avvicina con un clima finora favorevole che induce a un cauto ottimismo. Ma nei racconti dei soci delle cooperative, nelle voci che ogni giorno percorrono le vigne, torna sempre lo stesso monito: “Una vendemmia si giudica solo in cantina”.
Parole di saggezza, maturate in decenni di esperienza. Perché, come ormai avviene da qualche anno, le certezze in viticoltura sono sempre più rare. I rischi legati al cambiamento climatico – grandinate improvvise, picchi di calore, prolungati periodi di siccità – rendono fragile ogni previsione. Tuttavia, l’andamento attuale può essere definito promettente ed equilibrato, con uno sviluppo vegetativo regolare e un buono stato delle uve.
Nei territori di Langhe, Roero, Monferrato e colline del Sud Piemonte, il lavoro nei vigneti prosegue con dedizione. Ogni intervento, dalla gestione del suolo alla potatura verde, è il risultato di scelte ponderate, spesso frutto del confronto tra i viticoltori, reso possibile soprattutto grazie al modello cooperativo.
Ed è proprio la cooperazione a svolgere un ruolo fondamentale nell’accompagnare le aziende vitivinicole verso una viticoltura più sostenibile. In particolare, cresce in modo costante l’interesse verso il vino biologico, un segmento capace di coinvolgere aziende, territori e comunità che vogliono coniugare eccellenza produttiva e rispetto per l’ambiente.
In Piemonte, la produzione biologica non è più marginale: è una scelta strategica e consapevole, che coinvolge un numero crescente di soci. Le cooperative aderenti a Confcooperative Piemonte Sud sono in prima linea in questo processo, accompagnando i viticoltori nella transizione verso pratiche rispettose della biodiversità e dell’equilibrio naturale dei vigneti.
Come spiega Rosa Oberto, vicepresidente della Cantina Terre del Barolo e vicepresidente di Confcooperative Piemonte con delega all’agricoltura, “il biologico non è una moda, ma un impegno condiviso”.
Oggi la cantina conta 300 soci, inclusi alcuni tra i primi viticoltori della Langa ad aver ottenuto certificazioni. La produzione annua si attesta intorno alle 120.000 bottiglie biologiche, tra Barolo, Barbera, Dolcetto e Nebbiolo, vitigni che esprimono appieno il legame profondo con la Langa e la sua identità.
“Il biologico, per noi, è il modo più coerente per tutelare le risorse naturali e il lavoro dei nostri soci. Non è solo un metodo agricolo: è una responsabilità verso il territorio e verso le persone che lo abitano” - prosegue Oberto.
La decisione di puntare sul biologico nasce, infatti, da una visione cooperativa che ha al centro la valorizzazione collettiva della qualità: “il nostro statuto parla chiaro – continua Oberto –: il nostro scopo è migliorare, tutelare e valorizzare la produzione dei soci e del territorio. In questo, il biologico rappresenta uno strumento potente”.
L’approccio richiede pazienza, osservazione costante e una formazione continua. “Non si può forzare la natura. Il nostro lavoro è fatto di ascolto: del vigneto, del clima, delle persone. La cooperazione ci permette di affrontare insieme le difficoltà, soprattutto nelle annate più complesse. Portare i nostri vitigni simbolo sul mercato in versione biologica significa raccontare un pezzo di Langa con ancora più verità”, conclude Oberto. “Il biologico è una dichiarazione d’intenti. E una promessa che ogni anno si rinnova, vendemmia dopo vendemmia”.
Con la vendemmia che si avvicina, il Piemonte si conferma come terra di equilibrio tra tradizione e innovazione, tra natura e tecnica. E anche se il cielo resta imprevedibile, il lavoro quotidiano dei viticoltori, molti dei quali uniti nella cooperazione, continua a custodire una promessa condivisa: portare in bottiglia il volto autentico della nostra terra.