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Emmaus: trent’anni di cooperazione sociale al servizio della comunità

Emmaus: trent’anni di cooperazione sociale al servizio della comunità

Emmaus celebra trent’anni di attività con il convegno “Riflessioni in cammino” ad Alba, occasione di confronto con la comunità e presentazione della nuova carta dei servizi. La cooperativa continua a coniugare radici e futuro.

giovedì 18 settembre 2025

Era il 1995 quando ad Alba nasceva la cooperativa sociale Emmaus. Da allora sono passati trent’anni, tre decenni in cui la cooperativa ha saputo crescere, trasformarsi e radicarsi nel territorio, senza mai perdere di vista la propria missione: mettere al centro la persona, con le sue fragilità ma anche con le sue potenzialità. Oggi Emmaus conta 270 lavoratori e lavoratrici impegnati tra Alba, Bra, Cherasco e Cavallermaggiore, con servizi che spaziano dalla psichiatria alla disabilità, dall’accoglienza abitativa all’inclusione lavorativa.

Il trentennale diventa ora occasione per una riflessione collettiva. Il 1° ottobre, nel cuore di Alba, la città che ha visto nascere la cooperativa, si terrà il convegno “Riflessioni in cammino”, che riprende il titolo già scelto per i venticinque anni. Non sarà un semplice momento celebrativo, ma un incontro aperto alla cittadinanza e agli attori del territorio, con un taglio intergenerazionale. Tra gli ospiti, anche Stefano Granata, Presidente di Confcooperative Federsolidarietà nazionale. 

«Arriviamo da una storia importante dei nostri fondatori e quello che stiamo cercando di fare è ammodernare i valori trasmessi, ereditati e facendoli nostri» racconta il presidente Alberto Bianco. L’obiettivo è guardare avanti mantenendo ben salde le radici, creando un filo rosso che unisca esperienze maturate in epoche e condizioni socio-economiche diverse.

Si parlerà di valori, ma anche di sfide e criticità, di vincoli politici ed economici che condizionano oggi la cooperazione sociale, di proposte per rinnovare il suo ruolo. Accanto alla riflessione, non mancherà un momento conviviale nei cortili della sede storica, per trasformare l’anniversario in un’occasione di confronto critico ma anche di speranza, perché – come ha sottolineato il responsabile della formazione della cooperativa Domenico Massano – non esiste cooperazione senza comunità.

Lo sguardo al futuro si traduce in progetti concreti. Nell’ambito dell’area A dei servizi socio-sanitari, Emmaus ha assunto la gestione della comunità La Rosa Blu, ereditata da Anffas. L'insieme dei servizi dell’area A include inoltre comunità, gruppi appartamenti in area disabilità e salute mentale, servizi educativi territoriali e scolastici, assistenza domiciliare e una scuola dell'infanzia.

Sul fronte dell’area B, dedicata all’inclusione lavorativa, la cooperativa porta avanti collaborazioni con aziende del territorio e progetti innovativi come Villa Moffa a Bra, oggi in fase di progettazione. Un’attenzione particolare è rivolta a 8pari, esperienza che da aprile ha compiuto un vero salto in avanti diventando startup autonoma: un laboratorio di inserimento lavorativo che coinvolge persone con disabilità, disturbi della salute mentale e rifugiati nella produzione vitivinicola. Dalla vigna alla bottiglia, ogni fase è occasione di crescita, responsabilità e inclusione. Sempre nell’ambito dell’area B, è stato avviato Viavai social housing, una risposta innovativa al bisogno di accoglienza temporanea per donne sole e famiglie in difficoltà. Un condominio con bilocali e spazi comuni che diventa casa, ma anche punto di partenza per ricostruire legami e autonomie grazie al coinvolgimento di professionisti, volontari e realtà locali. 

Accanto ai servizi, Emmaus sente forte la necessità di costruire un passaggio generazionale che garantisca continuità e rinnovamento. Il tema generazionale è centrale: il passaggio di testimone ai più giovani è necessario per mantenere vivi i valori originari e rinnovarli con nuove motivazioni.

Anche l’organizzazione interna è al centro di un percorso di evoluzione, con l’obiettivo di mettere a sistema i processi e rafforzare la dimensione aziendale, senza snaturare la vocazione sociale. È una ricerca di equilibrio tra concretezza e visione, come spiega il direttore dei servizi Davide Tedesco, in carica da ottobre: «Il nostro compito è trovare un equilibrio tra concretezza e visione, restando ancorati al territorio e allo stesso tempo capaci di sognare».

In fondo, trent’anni di Emmaus possono essere riassunti in un’immagine che arriva dal pedagogista Andrea Canevaro: “stare su una zolla, ma guardare il cielo”. Una frase che racchiude la capacità della cooperativa di rimanere ben piantata nella terra, tra le persone e i bisogni concreti, senza smettere di immaginare un futuro più inclusivo e solidale.

«Emmaus rappresenta un esempio concreto di come la cooperazione sociale sappia innovare senza perdere il legame con la comunità – osserva Mario Sacco, presidente di Confcooperative Piemonte Sud –. Questi trent’anni sono la dimostrazione che quando i valori cooperativi si traducono in progetti reali, il territorio cresce insieme alle persone».