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Cantina Sociale Barbera dei Sei Castelli: vino, cultura e arte

Cantina Sociale Barbera dei Sei Castelli: vino, cultura e arte

Domenica 1 giugno un nuovo evento alla Cantina Sociale Barbera dei Sei Castelli.

giovedì 29 maggio 2025

Quando tre cantine si uniscono, non nasce solo una nuova realtà produttiva: prende vita una visione condivisa, capace di trasformare un territorio. È questa la storia della cantina sociale Barbera dei Sei Castelli, nata nel 1996 dalla fusione delle storiche cantine sociali di Agliano Terme e Castelnuovo Calcea, presenti sul territorio fin dagli anni Cinquanta. Un’unione strategica, che ha segnato l’inizio di una nuova era per la Barbera d’Asti: non solo quantità, ma una qualità riconosciuta a livello nazionale e internazionale.

Oggi la cooperativa conta oltre 250 soci conferitori e gestisce 800 ettari di vigneti, cuore pulsante di una produzione che affonda le radici nella tradizione contadina, ma guarda avanti con idee chiare e un’organizzazione solida. “La realtà è complessa, ma con la massima organizzazione si riesce a realizzare gli obiettivi preposti e garantire ai Soci una continuità della loro attività in modo adeguato e al passo con i tempi che evolvono – ha affermato il Presidente Maurizio Bologna –. L’aspetto viticolo è fondamentale, e da qui parte la differenziazione dei vini prodotti.”

Per la cantina, la sostenibilità è una sfida centrale. Il cambiamento climatico impone nuove strategie, ma la cooperativa risponde con professionalità e spirito di adattamento. “Grazie al supporto costante del Servizio Tecnico, i viticoltori gestiscono con precisione ogni fase produttiva, adattandosi alle annate sempre più variabili - spiega Bologna -. Non temiamo le annate calde, perché la Barbera può dare il meglio in condizioni estreme, purché non si superino certi limiti. Il nostro lavoro è quello di guidare e sostenere i Soci in questo equilibrio.”

Proprio da questo approccio tecnico e condiviso nasce l’identità distintiva della cooperativa. La Barbera d’Asti è più di un vino per la cooperativa: è un’identità collettiva. Etichette come Ventiforti, 50 Anni, La Galleana e Il Risveglio del Ceppo sono diventate ambasciatrici del carattere e dell’eleganza della Barbera, grazie al lavoro meticoloso dei viticoltori e a processi enologici attenti a valorizzare ogni sfumatura.

L’impegno per la qualità si accompagna alla ricerca e all’innovazione. Con il progetto Il Risveglio del Ceppo, la cooperativa ha recuperato antichi ceppi di Barbera a rischio scomparsa, in collaborazione con l’Università di Torino. Dalla prima vendemmia del 2022 nasce un vino di rara intensità, che custodisce l’anima autentica del passato in una chiave moderna.

Una cooperativa che produce vino, ma anche cultura. Infatti nel cuore di Castelnuovo Calcea la cooperativa ha aperto il suo Centro Enoturistico “Il Risveglio del Ceppo”, fiore all’occhiello del progetto di valorizzazione territoriale. Qui si incontrano vino, arte, musica e storia: il visitatore entra in contatto con l’anima profonda di un territorio attraverso esperienze immersive, degustazioni guidate, eventi culturali e il museo “L’Anima del Vino”, con le opere suggestive dell’artista Ezio Ferraris. Ogni venerdì, l’aperitivo diventa AperiVino: un momento conviviale dove i prodotti della cooperativa si sposano con eccellenze gastronomiche locali.

E parlando di bollicine, il prossimo 1° giugno, al Centro Enoturistico, si festeggia il primo compleanno dello Spumante Brut Marengo, nato da uve Cortese e metodo Martinotti. In un solo anno ha conquistato il pubblico con la sua freschezza e versatilità, diventando simbolo della capacità della cooperativa di innovare senza perdere coerenza. “Il mercato ha risposto con entusiasmo” afferma il Presidente, “segno che anche un vitigno come il Cortese, se ben interpretato, può ritagliarsi un ruolo importante nel mondo delle bollicine.”

Roberto Morello, Presidente di Confcooperative Fedagripesca Piemonte, ha commentato: “La cantina sociale Barbera dei Sei Castelli è un chiaro esempio di come la cooperazione possa diventare strumento di competitività, innovazione e valorizzazione territoriale. In un settore sempre più esigente, la cooperativa dimostra che fare squadra è la chiave per affrontare con successo le sfide del futuro.”

Mario Sacco, Presidente di Confcooperative Piemonte Sud, sottolinea l’importanza istituzionale e culturale del progetto: “La cooperazione, quando è autentica e ben organizzata, può diventare motore di crescita non solo economica, ma culturale e sociale. Attraverso il vino, la cooperativa riesce a promuovere un modello di sviluppo sostenibile, fondato sulla partecipazione e sulla responsabilità condivisa.”